Le nuove decisioni della BCE sui tassi d’interesse

Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di ridurre i tassi di interesse di riferimento a partire dal 18 settembre 2024. I tassi di rifinanziamento principali scendono al 3,65% (precedentemente 4,25%), il tasso di rifinanziamento marginale al 3,9% (precedentemente 4,5%) e il tasso sui depositi al 3,5% (precedentemente 3,75%). Il differenziale tra il tasso di rifinanziamento principale e il tasso sui depositi sarà fissato a 15 punti base, mentre quello tra il tasso di rifinanziamento marginale e quello principale rimarrà a 25 punti base.

Questa decisione si basa su una valutazione aggiornata dell’inflazione e della politica monetaria. L’inflazione complessiva è prevista al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Tuttavia, l’inflazione di fondo è stata rivista al rialzo per il 2024 e il 2025 a causa dei rincari nei servizi. Si prevede una diminuzione dell’inflazione di fondo dal 2,9% di quest’anno al 2,0% nel 2026.

Il Consiglio direttivo è determinato a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine e manterrà i tassi su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Le decisioni sui tassi saranno guidate dai dati e dalla valutazione delle prospettive economiche e finanziarie.

Il portafoglio del Programma di acquisto di attività (PAA) si sta riducendo in modo prevedibile, e l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Per il Programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP), l’Eurosistema sta riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese e prevede di terminare i reinvestimenti alla fine del 2024, pur continuando a reinvestire in modo flessibile per sostenere il meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

Il Consiglio direttivo monitorerà regolarmente l’impatto delle operazioni mirate di rifinanziamento e dei rimborsi sull’orientamento della politica monetaria. Inoltre, è pronto ad adeguare gli strumenti disponibili per mantenere l’inflazione vicino all’obiettivo del 2% e garantire una trasmissione ordinata della politica monetaria, incluso l’uso dello strumento di protezione per affrontare dinamiche di mercato disordinate.

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