Da sempre, con l’esistenza delle città e degli spazi urbani, ci sono stati esploratori di questi luoghi. Anche in Italia, diversi gruppi si dedicano all’esplorazione di siti abbandonati come case, hotel, parchi giochi, discoteche, siti militari e ospedali. Il loro lavoro di documentazione rivela quanti edifici siano rimasti vuoti e dimenticati, offrendoci un’opportunità unica per scoprire la storia del nostro Paese.
La letteratura e il cinema spesso ritraggono gruppi di ragazzi che, come rito di passaggio, esplorano case abbandonate in cerca di segreti o fantasmi. Con la stessa curiosità, ci chiediamo spesso cosa si nasconda dentro quella grande fabbrica vuota vicino a casa o in quella villa che vediamo ogni giorno passando in macchina.
Alcuni si avventurano davvero in questi luoghi, attratti dal fascino del mistero e del passato. Questa attività, chiamata Urbex (dall’inglese “urban exploration”), consiste nell’esplorare luoghi abbandonati e nascosti, spesso documentandoli con la fotografia e rivelando spazi dimenticati.
Negli ultimi anni, l’Urbex è diventato un vero e proprio fenomeno. Basta cercare l’hashtag #urbex su Instagram per trovare milioni di fotografie scattate in Italia e all’estero.
L’esplorazione urbana non è un’attività improvvisata, ma richiede una preparazione attenta e il rispetto di alcune regole. Inizialmente, si raccolgono informazioni sui luoghi tramite strumenti come Street View, Google Earth o Maps, e si conducono ricerche sul campo, magari parlando con gli anziani del posto per scoprire dettagli non documentati.
Prima di partire, è fondamentale procurarsi l’equipaggiamento giusto, come guanti, torce, mascherine e altri strumenti necessari per garantire la sicurezza in ambienti polverosi e pericolanti. Inoltre, è essenziale seguire un codice di condotta specifico: non esplorare mai da soli e non prendere né lasciare nulla negli edifici visitati.”Prendi solo fotografie, lascia solo impronte” è il motto degli urban explorer, il cui obiettivo non è solo soddisfare un desiderio personale, ma preservare e condividere la memoria dei luoghi con la collettività.
In Italia, diversi gruppi si dedicano all’Urbex, come Ascosi Lasciti, la più grande community italiana di esploratori urbani. Il loro lavoro di documentazione rivela quanti siano i luoghi dimenticati nel nostro Paese. Attraverso la catalogazione di questi luoghi, emergono diversi aspetti della nostra società: i vasti complessi industriali abbandonati nel nord Italia, i manicomi chiusi dopo la legge Basaglia, le chiese dimenticate a causa della diminuzione della vocazione religiosa, i borghi e villaggi fantasma che dimostrano il trasferimento della vita nelle grandi città, le discoteche, i parchi divertimento e gli hotel decaduti per mala gestione, i siti militari costruiti durante la guerra fredda e ora in rovina, e gli ospedali vuoti sparsi per la penisola che riflettono le fragilità del nostro sistema sanitario in tempi di emergenza.L’esplorazione urbana è un’attività affascinante dal punto di vista estetico, ma per chi la pratica seriamente, rappresenta anche un impegno sociale che offre una prospettiva unica sulla storia del nostro territorio. Permette di osservare da vicino episodi chiave dell’evoluzione comunitaria, come la crescita e il declino dell’industria o l’espansione urbana durante l’era del benessere economico.
Inoltre, l’Urbex ci consente di riscoprire edifici di grande valore artistico che sono stati lasciati a deteriorarsi. Offre anche l’opportunità di riflettere sulla fragilità delle creazioni umane in una società che cambia rapidamente, arricchendo le città con nuove strutture mentre coesistiamo con il nostro passato recente.