Condono edilizio in arrivo

Il condono edilizio 2024 riguarderà un insieme di provvedimenti volti a regolare le piccole discrepanze o le anomalie strutturali che coinvolgono, secondo un’analisi del Consiglio nazionale degli ingegneri, circa l’80% del patrimonio immobiliare italiano.

Ambito di applicazione. Nella nota del ministero si precisa: difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente; difformità edilizie “interne”, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche (tramezzi, soppalchi, etc.); difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo. E ancora per permettere i cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee.

Le ragioni dell’intervento. Queste linee di indirizzo – spiega il ministero – su cui gli uffici si sono mossi, a seguito anche delle proposte raccolte nelle precedenti riunioni sul tema, e che hanno portato alla bozza normativa, sono state presentate nel corso della riunione sul piano casa, tenutasi al Mit alla presenza del vicepremier e ministro Matteo Salvini con il Dipe (dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) e circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore. La ratio – si spiega – è tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa. Allo stesso tempo deflazionare il lavoro degli uffici tecnici comunali, spesso sommersi dalle richieste di sanatorie. Alla luce della semplificazione e dell’efficienza amministrativa si è previsto anche di intervenire sulle procedure amministrative per garantire ai cittadini risposte certe in tempi certi.

Ance: norme salva-casa non è condono, però è goccia nel mare. «Non si tratta di un condono, il provvedimento mira a risolvere piccole difformità di natura formale all’interno delle case, difformità ante 1977, si tratta di cose assolutamente minimali interne agli alloggi», ha sottolineato il vicepresidente dell’Ance, Stefano Betti, commentando il pacchetto di norme salva-casa che il ministero sta preparando. «È un provvedimento interessante nel breve termine, ma è una goccia nel mare rispetto alle soluzioni che bisogna trovare nel medio e lungo termine», ha spiegato Betti, sottolineando che innanzitutto bisogna «rivedere» sia il Testo unico sull’edilizia che la Legge nazionale urbanistica, strumenti ormai «vecchi» e «non adeguati» per lavorare nell’ambito di una «rigenerazione urbana».

(Da Il Sole 24 – aprile 2024)

Confronta Strutture

Confronta