Tassi Bce confermati al 4,5 per cento. Le conseguenze sui mutui casa

La BCE mantiene i tassi d’interesse invariati, confermando le decisioni prese a settembre. Ciò include i tassi principali di rifinanziamento al 4,50%, di rifinanziamento marginale al 4,75% e sui depositi al 4,00%. Le implicazioni per l’economia e i mutui casa sono oggetto di interesse.

Ecco perchè i tassi rimangono invariati. ll Consiglio direttivo della BCE è impegnato a riportare l’inflazione al 2% nel medio termine. Ritiene che i tassi attuali, mantenuti a lungo, contribuiranno in modo significativo a raggiungere questo obiettivo. Le decisioni future garantiranno che i tassi siano mantenuti restrittivi il tempo necessario. Secondo la BCE, i tassi di interesse attuali sono adeguati e non sono state fornite indicazioni sul momento delle variazioni future. Nonostante un temporaneo aumento dell’inflazione nel breve termine, si prevede una graduale riduzione nel corso del prossimo anno, avvicinandosi all’obiettivo del 2% nel 2025. Le proiezioni indicano un’inflazione media del 5,4% nel 2023, 2,7% nel 2024, 2,1% nel 2025 e 1,9% nel 2026.

Tassi Bce invariati: le conseguenze sui mutui. La BCE, mantenendo invariati i tassi di interesse, ha confermato l’obiettivo prioritario di riportare l’inflazione al livello target, senza specificare quando ciò avverrà. Le incertezze legate a fattori geopolitici, al costo dell’energia e alle pressioni sull’occupazione suggeriscono una persistente fase di aggiustamento. Questa decisione prefigura un periodo di stabilità per l’Euribor e le condizioni di finanziamento. Per i mutuatari a tasso variabile, l’assenza di tagli è una notizia negativa, mantenendo le rate più elevate rispetto all’anno precedente. Idealista/mutui prevede che i nuovi contratti di mutuo non aumenteranno significativamente, e l’incertezza economica rende le banche più conservative, influenzando gli importi finanziati e i rapporti di finanziamento sul prezzo di acquisto (LTV).

Tassi Bce, quanto costa oggi un mutuo da 150 mila euro. La decisione della BCE di mantenere i tassi invariati non porta buone notizie per chi ha mutui a tasso variabile in Italia, con le rate mensili salite di circa +4.400 euro annui secondo il Codacons. Questo aumento, risultato degli incrementi dal 2022, ha causato difficoltà alle famiglie nel pagamento delle rate, con circa 200.000 nuclei che hanno saltato una o più rate nel 2023. La speranza è ora orientata verso un futuro taglio dei tassi di interesse da parte della BCE.

l fatto che la Bce abbia lasciato i tassi invariati non è una buona notizia per le tasche degli italiani, soprattutto per coloro che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile e che vedranno comunque i mutui diventare più cari. Secondo il Codacons, gli italiani continuano a pagare il conto dei continui aumenti delle rate mensili scattati negli ultimi due anni, al punto che per un mutuo a tasso variabile di importo medio la maggiore spesa si attesta a quasi +4.400 euro annui. Lo afferma il Codacons, commentando la decisione odierna della Bce.

Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile è salita complessivamente negli ultimi due anni tra i +270 e i +365 euro per effetto di tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dal 2022 – analizza il Codacons – Questo significa che una famiglia che ha acceso un mutuo a tasso variabile si ritrova a spendere oggi in media tra i +3.240 e +4.380 euro all’anno rispetto a quanto pagato nel 2021 come conseguenza delle politiche monetarie imposte della Banca Centrale Europea.

“Le famiglie italiane fanno sempre più fatica a pagare le rate del mutuo – denuncia il presidente Carlo Rienzi – Basti pensare che nel 2023 sono circa 200mila i nuclei che hanno saltato una o più rate del mutuo a tasso variabile, proprio a causa dei costanti rialzi dei tassi che impattano come un macigno sulle tasche dei cittadini”. 

Quando la Bce taglierà i tassi di interesse?

Gli economisti indicano generalmente un possibile taglio dei tassi della BCE non prima di giugno 2024. Fino ad allora, la BCE mantiene un atteggiamento prudente, considerando la crescente conferma dei cambiamenti nella disinflazione. I dati sull’inflazione di novembre e le prospettive economiche influenzeranno le decisioni, con previsioni di possibili tagli a giugno, settembre e dicembre, in linea con la Fed. Tuttavia, i rischi di ulteriori misure di allentamento nel 2024 persistono, soprattutto se la disinflazione si intensifica o se l’economia scivola verso la recessione. Alcuni esperti sottolineano la necessità di una comunicazione accurata per evitare eccessive aspettative di tagli dei tassi.

Calendario Bce, quando potranno scendere i tassi? Ecco il calendario delle prossime riunioni Bce durante le quali l’istituto di Francoforte potrebbe decidere nuove variazioni nei tassi di interesse:

  • 25 gennaio 2024
  • 7 marzo 2024
  • 11 aprile 2024
  • 6 giugno 2024
  • 18 luglio 2024
  • 12 settembre 2024

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